Moda e donne tra film, serie e realtà: da Miranda a Emily passando per Carrie e Serena (e un po' anche da me)
Il Diavolo Veste Prada 2 è in lavorazione, e basta questa notizia per fare impazzire internet, ovvero i nostalgici del primo film e nuove generazioni comprese.
Perché ammettiamolo: anche se non lavoriamo in una redazione di moda e non abbiamo cappotti Chanel nell'armadio, quel film ci ha segnato.
Come ci hanno segnato Sex and The City e, più recentemente con Gossip Girl ed infine Emily in Paris su Netflix.
Miranda Priestly ci ha insegnato che un abito non è solo un abito, ma è potere, posizione, distanza, un po' come lavora la consulenza d'immagine, ed è diventata dura per farsi rispettare, ed invece Andy ci ha fatto vedere quanto sia facile perdersi in quel potere - e quanto difficile sia capire chi siamo davvero, sotto uno smoking di Valentino o dietro un "si, certo, subito" - detto con il sorriso anche quando stiamo affogando è tutte noi quando proviamo ad entrare in un mondo che non ci riconosce fino a quando non ci uniformiamo.
E poi c'è Carrie Bradshaw: un'icona certo, ma anche una che di moda ci parlava, ci scriveva, ci litigava. Ogni look un capitolo, tacchi da sogno e crisi esistenziali: era caotica, in bilico sopra le righe. Ma era vera. La moda per lei era una dichiarazione d'amore per sé stessa, anche quando era contraddittoria. E in fondo, non è così anche per noi? Quando cambiamo taglio di capelli per voltare pagina, oppure iniziare una seduta di armocromia e poi continuare con lezioni di stile per capire i colori giusti da utilizzare e lo stile giusto per te. Continuando poi quando mettiamo un rossetto rosso per farci coraggio, oppure quando scegliamo un abito solo per sentirci più vive.
Poi è arrivata lei Emily in Paris: colorata, sempre pronta a fare la cosa giusta, impacchettata per i social, sorridente, sempre un po' sopra alle righe ma in modo che non faccia davvero paura.
Questa è la moda dell'immagine, della velocità, del "like", quella che a volte ci fa sentire fuori posto se non siamo coordinate anche nel colore del cappuccino.
Due volti opposti e complementari dell'universo femminile, due stili completamente diversi, ma entrambi iconici - ancora oggi iconici direi-.
Gossip Girl non era solo pettegolezzi e drammi da Upper East Side, ma era una passerella quotidiana:
Serena con il suo stile boho-glam e ribelle, Blair con il suo mondo bon ton fatto di cerchietti, camicie con fiocchetti e cappotti sartoriali.
Attraverso i loro look, anche loro hanno rappresentato archetipi, insicurezze e ambizioni, e come tutte le altre protagoniste citate ci hanno aiutato a immaginarci diverse versioni di noi stesse, a sentirci in qualche modo rappresentate...o provocate.
Perché, dopotutto, anche nella moda ogni donna cerca la propria identità.
E noi? Noi donne reali, dove siamo?
Siamo nel mezzo, siamo quelle che indossano il blazer elegante sopra una maglietta presa in saldo, quelle che la domenica scelgono il pigiama, e il lunedì vogliono sentirsi invincibili con un paio di stivaletti neri. Siamo quelle che hanno amato queste storie -ma che cercano ancora la propria- ogni la mattina davanti all'armadio.
La verità è che la moda ci accompagna, a volte ci sovrasta, a volte ci libera, e quello che ci serve, forse, non è assomigliare a nessuna delle quattro, ma prendere qualcosa da ognuna: la forza di Miranda, la creatività di Carrie, la bellezza di Serena e la leggerezza (con più ironia magari) di Emily; e poi riscrivere tutto, a modo nostro.
Io lo so cosa vuol dire provare a piacere a un mondo che ti vuole sempre "di più" o "diversa", ma ho capito anche che non c'è look più bello di quello che ti senti te stessa fino in fondo.
A presto, belle creature.
Elisa
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